sabato 29 giugno 2013

La Cyclable du Littoral


Siamo partiti. 
Finalmente è giunto il momento di staccare. Grazie anche a questo viaggio, che inizia solo ora, se sono riuscito a trovare le motivazioni per superare le difficoltà di questi ultimi mesi di stress e tensioni. L'idea di libertà che si prova fendendo l'aria con il prorpio corpo, muovendosi solo grazie alla propria forza, senza  fare rumori, senza lasciare traccia, è così grande da riuscire da lenire  ogni momentanea difficoltà. A questo compito, per questa settimana, sono chiamate le ns biciclette: da Frejus St.Raphael (Côte Azur Fr) a Toulon.






Primo giorno 17 Giugno




Arrivati in macchina a Frejus verso le 10 del mattino, scarichiamo bici e bagagli e alle 11 riusciamo a partire. Subito imbocchiamo la pista ciclabile che ci porta a St.Aigulf, dove facciamo scorta di frutta fresca che consumeremo in una splendida caletta prima di sainte Maxime.








Mati non può a bagnarsi, è sotto Bentelan per una minaccia di otite uscita la vigilia della partenza. Qualche sbuffo e gioca con Edo sulla sabbia. 
Percorriamo un breve tratto di statale e nuovamente ciclabile fino ad arrivare al primo campeggio di Grimaud sul mare: siamo a 28km e sono le 16. Montiamo la tenda e si va in spiaggia. 





Dato il gran caldo, concedo una veloce immersione con la testa fuori dall'acqua e subito asciugatura stile autolavaggio. Il posto è incantevole. Davanti a noi l'altro capo dell'ampia baia di Saint Tropez. 



Secondo giorno18 Giugno




Dopo una super petit dejeuner, per niente petit, raggiungiamo Port Grimaud. Fatichiamo un pò a trovare la strada giusta per La Croix-Velmar, il cui inizio non è proprio il massimo..... sembra una tangenziale congestionata all'ora di punta. Passiamo dal parcheggio di un parco di  divertimento e imbuchiamo un sentiero che va nei campi che ci riporta sulla D559.






 


La seguiamo per un paio di Km ed è nuovamente ciclabile. La pendenza inizia a farsi sentire, La Croix sarà il nostro "gran premio della montagna". 










Per festeggiare, facciamo sosta nella bellissima piscina municipale, dove ci rigeneriamo e ci rifocilliamo prima di buttarci giù per la discesa che conduce a Cavalair sur Mer. 





Giunti al paese, approfittiamo della pausa gelato per studiare il percorso. Da qui dobbiamo beccare il sentiero Le Dattier, un vecchio Chamin du train che taglia a mezzacosta il promontorio di Rayol. 
E' senz'altro la parte più bella di tutto il percorso, l'unico neo è lo sterrato. 












Gli scorci mozzafiato si sprecano. Ci fermiamo all'Hotel de la Plage (pie dans l'eau). Abbiamo pedalato circa 38km e sono le 17. Bagno, sole e supercena in albergo, poi tutti a nanna.










Terzo giorno19 Giugno





Colazione e si parte. Mati dichiara subito che è stanca e non ha gana di pedalare. Nessun problema, piano di riserva: mattina relax nel centro di Le Lavandou con shopping e visita del paese, in attesa di prendere il battello che alle 13,15 salpa per l'isola Porquerolles. Così facendo, saltiamo una tappa da 30 Km.













La navigazione dura 45 minuti e sbarchiamo direttamente in paradiso. Con le bici giriamo la parte est dell'isola e raggiungiamo la bellissima Plage du Notre Dame nella Baia de Alycastre. 









La sabbia degrada dolcemente, acqua azzurra, alle spalle il verde della rigogliosa foresta: sembra di essere ai tropici. 












Alle 18,30 facciamo un check-in del tutto particolare: questa notte la trascorreremo su una barca a vale ormeggiata sul ponte B del porticciolo di porquerolles. Uno sballo!!!









Ceniamo nella piazzetta del paesino in compagnia di una simpaticissima famiglia di Piacenza (Roberta, Marcello, Tommaso e Martino) che invitiamo per una tisana nel pozzetto del nostro "vascello".  Dopo, tutti a nanna cullati dalle onde. Alla fine di questa giornata  abbiamo percorso circa 18km in bici.









Quarto giorno (20/6):

La colazione la facciamo ospiti dei nostri nuovi amici, che dopo ci accompagneranno all'imbarco. Rientriamo sul porto di Tor Fondue nella penisola di Hyeres. Da lì, inforcate nuovamente le bici, passiamo velocemente Giens e percorriamo la Route du sel. Poi Carqueiranne e tra Le Pradet e  festeggiamo il 100esimo km.





Arriviamo alla gare de Toulon che sono le 15, da dove prendiamo il treno per ritornare a Frejus. Recuperata la macchina, ci sistemiamo al campeggio L'Etoile d'Argens. Piscina, sole e cena con Mules al roquefort da 5 stelle lusso.







Quinto Giorno21 Giugno
E' arrivato il giorno che i ragazzi attendevano con trepidazione per tutta la vacanza: Aqualand.
Ma prima di congedarci dal campeggio, conosciamo una coppia di simpaticissimi inglesi con i quali Edo e Mati si intrattengono per il tempo necessario a ripiegare la tenda e a sistemare tutto in macchina. E poi via nel parco acquatico. Solo alle 16,30 riesco a convincere Edo e Mati ad uscirci per far ritorno in Italia.














  



  








  









domenica 2 giugno 2013

Nord del Grampa

Pazzesco! Sono partito per la Valsavareche sabato pomeriggio alle 18 e sono  rientrato a Torino alle 17 di domenica. Ma l'intensità delle sensazioni vissute mi hanno proiettato in una dimensione spazio-temporale parallela, che mi è sembrato di essere stato via per una settimana.
Il trasferimento in macchina con Giorgio è stato un'occasione di confronto delle recenti esperienze lavorative e di nuove idee per il futuro. E in un attimo arriviamo dopo Aosta dove ci attende Marco, un suo amico. Una pizza al volo e molliamo la macchina alle 21,15 per proseguire a piedi, zaini e sci in spalla, alla volta del rifugio chabod. Il buio ci inghiotte poco dopo aver raggiunto la quota neve. E alla luce delle lampade frontali percorriamo quello che resta della salita con gli sci e le pelli ai piedi. Alle 23 entriamo nel locale invernale del rifugio, ormai è troppo tardi per accedere nella struttura che ospita gli alpinisti che da li a poco iniziano a svegliarsi per mettersi in marcia. Così niente riscaldamento acceso, niente acqua in bottiglia, niente toilette. Accendiamo la stufa a legna per scaldarci un pò. Sciogliamo la neve in un pentolone per fare l'acqua che occorrerà domani. Poi tutti in branda sotto il peso tre coperte fredde. Dormiamo fino alle 4,10 e alle 5 partiamo. La luna illumina con i suoi raggi la parete Nord del Gran Paradiso e sembra che sia li apposta ad indicarci la via. In poco meno di due ore siamo sotto alla crepacciata terminale. Ci attendono i 600mt di parete, di cui 450mt con una pendenza tra 45/50 gradi. Assicuariamo gli sci allo zaino, calziamo i ramponi, ci armiamo di picche e iniziamo l'ascensione in conserva. Il primo tratto si sprofonda quasi fino alle cosce, poi la neve è piùcompatta e si procede con meno fatica. Ma la quota inizia a farsi sentire. Dopo aver appoggiato il rampone sulla parete, conto fino a due prima di alzare l'altro piede. Si sale con calma. A ritmo costante. Così gestisco al meglio energie e forze. E abituo il mio corpo al verticale. Le condizioni sono perfette: niente ghiaccio verde, solo nevaio, giornata tersa, assenza completa del temuto vento. Nell'ultimo tratto, prima dell'uscita dalla parete, la pendenza aumenta. La zona in cui passare, larga poco più di un metro, è limitata da un lato da una parete di roccette e dall'altra da una placca  di ghiaccio vivo. Il passaggio è delicato ma comunque su neve, anche se più dura. Qui le picche sono chiamate a fare il loro lavoro e Giorgio, per sicurezza, pianta 2 chiodi e rinvia. Il sole ci accoglie appena sbuchiamo sulla cresta. La soddisfazione mi pervade. Sono a mille. Ho scalato la mia pirima nord. Cinque anni fa, durante l'uscita finale del corso di skialp del Cai Uget, questa parete mi aveva stregato. Chissa se un giorno sarei riuscito a salirla?? E ora sono qui, in cima. Sotto di me uno scivolo ancora tutto in ombra seppure siano ormai quasi le 10 del mattino. Non ci resta che percorre  tutta la cresta. I miei soci di cordata la valutano "comoda" e in condizione. Per me è tutt'altro che easy. Cioè,senz'altro lo sarà, ma in alcuni tratti patisco lo strapiombo.... Facciamo una doppia per scendere il risalto di roccia di fronte a quello che ospita la madonnina del Grampa. E in un attimo sono al colletto dove arriva la normale. Ora relax. Con calma cambio l'attrezzatura, mangio qualcosa, cazzeggio un pò, prendo il sole. Mi godo il momento. Penso che questa esperienza sia la gratificazione che cercavo per aver portato a termine vernerdì una grossa scadenza sul lavoro...
La discesa con gli sci è superba. Siamo a giugno e ci sono condizioni da aprile. Il tratto mediano, prima del vittorio emanuele, è ventato con crosta sottile ma cmq sciabile. Poi ci spostiamo sul versante opposto, dopo il rifugio (scoperto grazie al mio amico Teo) che, come sempre, è da urlo. Neve trasformata, perfetta. E le nostre sono le uniche tracce. Arrivati al ponticello, breve risalita, ancora un pò di ravanage e via gli sci. Siamo a circa 2.300 m di quota e a piedi scendiamo nel boschetto che ci  porta a Pont.
Che dire, 23 ore pazzesche!!!